domenica 16 novembre 2014

Viaggiatori d'altri tempi

"It was a glorious day when I approached Bolsena. The sky was without a cloud — the lake, its islets, and every object on its shores, were in a summer blaze of light and warmth — the olive-groves were full of half-clad labourers, gathering the unctuous harvest — myriads of water-fowl darkened the sail-less waters — my eye roved round the wide amphitheatre which forms the ancient crater, and on every hand beheld the hills from base to summit dark with variegated foliage. How then discredit the evidence of my eyes — of every sense, and admit it to be the depth of winter, ere vegetation had put forth a single bud or blossom? Yet so it was — but it was the winter of Southern climes."   (George Dennis - “Cities and Cemeteries of Etruria” -1848)
Sarà forse una delle scelte più banali e più usate, ma la descrizione di George Dennis  è quella che dipinge chiaramente lo scenario che tuttora si presenta agli occhi di un visitatore quando si avvicina a Bolsena.
E l’autore non poteva scegliere un aggettivo migliore di “glorious” per definire una tiepida giornata invernale: un paesaggio rigoglioso di verde e blu, campi coltivati, luce intensa, clima favorevole, profumo di aria pulita.

Da qualsiasi parte si arrivi, la sensazione di entrare in un una terra particolare è  ancora  intatta. Con qualsiasi mezzo si arrivi scendendo il versante collinare che porta a Bolsena, dentro il “wide amphitheatre” che è la caldera del più grande lago vulcanico d’Europa, ciò che si prova è un senso di leggerezza, come se lo stress, la vita frenetica, i rumori, non esistessero più.
Lasciato tutto alle spalle, lo sguardo si posa su una grande distesa d’acqua dolce che permette di scorgere  anche l’orizzonte che va oltre, malgrado un lago di per sé abbia un limite, una circonferenza che ne chiude lo spazio.
Questo spazio chiuso non è soffocante: si apre nel cerchio d' acqua che riflette i colori del cielo; l’acqua si increspa e si muove in onde di varia ampiezza e direzione, a volte sembra essere ferma ma sotto la superficie scorrono  correnti calde e fredde, relitti del turbolento passato vulcanico.
Mutando ritmo secondo l’umore, anche il lago sembra respirare.

Il viaggio in questa terra è semplice e per un “glorious day” basta scoprire il punto in cui cielo, acqua, fuoco e terra si sono incontrati migliaia di anni fa.
Queste sono le radici.

George Dennis  era un diplomatico ed esploratore inglese. Nel 1842-1843 viaggiò in Etruria insieme all’amico disegnatore Samuel Ainsley, con cui fece un viaggio “on the road” vivendo all’aria aperta o riparandosi in alloggi di fortuna, camminando in un territorio rurale e abbastanza selvaggio, a volte infestato dalla malaria ed altre dai banditi.
Da questo viaggio nacque il libro “Cities and Cemeteries of Etruria” in cui  furono annotati i monumenti all’epoca visibili, la loro storia e i riferimenti alle fonti antiche, e i disegni realizzati dai due amici, compagni d’ avventura di metà ottocento.   

      S. Ainsley- Veduta di Bolsena - 1842

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