domenica 12 luglio 2015

Un'altra storia, un'altra festa. Cristina di Bolsena

Ogni anno, il 23 e il 24 luglio, si rinnova a Bolsena la Festa di Santa Cristina che rievoca, attraverso i “Misteri”, il martirio subito dalla santa patrona.
In genere questo è il modo consueto di iniziare a spiegare questa festa che non è solo la rievocazione di una tradizione fondata su un atto di fede, ma è anche la messa in scena della lotta tra fede e politica, tra bene e male, storia e leggenda, sacro e profano.
Benedetto Buglioni (XV secolo) - Santa Cristina

Cristina 
Una bambina, figlia di un prefetto, si fa battezzare; perseguitata dal padre e da altri aguzzini, subisce le torture più crudeli diventando una delle tante vittime delle persecuzioni contro i cristiani attuate dall’imperatore Diocleziano nel IV secolo.
Di lei sappiamo che era di Volsinii, la Bolsena romana, e non della fantomatica di Tiro d’Etruria (l'inesistente città sorta dal gusto ottocentesco di collegare mitici luoghi a mitici personaggi); la conosciamo con il nome di Cristina, semplicemente perché seguace di Cristo; e sappiamo che prima di diventare santa martire della Chiesa era una sorta di dea.
Fino al IV secolo, infatti, a Bolsena sono presenti iscrizioni che devotamente citano Norzia, la divinità pagana protettrice della città. La comparsa di Cristina e la sua forza sembrano spingere la popolazione locale ad operare una sorta di sostituzione con nuove invocazioni di protezione.
Venerata come una dea e pregata come una santa, Cristina diventa l’emblema della comunità cristiana di Bolsena e della stessa città, incarnando con il suo atto di ribellione e di fede  lo spirito religioso del luogo e, perché no, anche quello ribelle dei suoi abitanti.
Cristina, sepolta in un semplice loculo della catacomba e divenuta santa, vedrà costruire intorno a sé un piccolo santuario martiriale e una grande chiesa a lei dedicata, assisterà al compiersi del Miracolo Eucaristico e guarderà, forse un po’ stupita, i Misteri per lei celebrati.

I Misteri
Lontano dal mondo pagano e mutuati dalla religione cristiana, i Misteri appaiono (o riappaiono) nel Medio Evo, nel momento in cui la Chiesa deve riaffermare il proprio controllo sugli stati nascenti e  sui popoli. Dopo il passaggio dei barbari, il latino, la lingua ufficiale dell’Impero che aveva unificato l’Italia, è diventata una lingua colta, parlata, scritta e capita solo dagli ecclesiastici e dai ricchi nobili, non più dalla moltitudine delle persone comuni. Per ricondurre a sé i fedeli e per farsi comprendere, il Clero avvicina la parola all’immagine: un affresco con scene della vita di Gesù o di qualche  santo martire è il modo più immediato per raggiungere l’obiettivo e stimolare il sentimento religioso delle popolazioni. Le rappresentazioni sacre, cioè i Misteri, non sono altro che una narrazione drammatica personale (vita di Gesù e vita dei santi martiri) resa collettiva: un monito che obbliga tutti a seguire i precetti che condurranno alla salvezza ed alla vita eterna.

La Festa di Santa Cristina 
Ogni anno, il 23 e il 24 luglio, si rinnova a Bolsena la Festa di Santa Cristina che rievoca, attraverso i “Misteri”, il martirio subito dalla santa patrona. 
Misteri di S.Cristina - I Serpenti
5 diversi Misteri la sera del 23 luglio; 5 diversi Misteri la mattina del 24, giorno della santa come da calendario.
5 piazze di Bolsena in cui vengono allestiti 5 palchi come piccoli teatri all’aperto, con tanto di personaggi in costume (attori-non attori), quinte, scenografie, sipario.
Il sipario si apre alla passaggio della processione con la statua della santa; sui palchi, persone-personaggi in pose plastiche, sono silenziosi e immobili, fissi come statue per compiere un atto formale: la cristallizzazione dell’evento con la tortura e il martirio di una bambina.
Si distinguono iconiche figure: al centro la bambina-dea-santa, in un lato i patrizi-torturatori-pagani, nell’altro i plebei-seguaci-cristiani.
Nella staticità delle pose plastiche dei Misteri, il movimento è concesso solo alla personificazione del male messa in scena nel Mistero dei Diavoli e, in modo meno evidente, nel Mistero dei Serpenti dove l’aguzzino tenta di far mordere la santa da serpenti velenosi ma viene morso lui stesso e cade a terra morto.
Nelle disposizioni sulla scena e nell’azione-non azione, si intravede la contrapposizione tra i diversi schieramenti, la lotta tra il bene e il male, la salvezza e  il trionfo della fede.
Alla fine della  rappresentazione, il 24 luglio, la processione riconduce la Santa nella sua casa, nella sua chiesa e presso la sua tomba, da dove il giorno prima era uscita per rivivere e perpetuare  le torture subite (il male) in nome della fede (il bene) e per rinascere come puro spirito (vita eterna).

Sipario
Tutto si è compiuto in una vorticosa visione di narrazioni di torture  con gli attori-non attori che non smettono di essere  personaggi, tanto che al termine dei Misteri alcuni non esitano a scendere dal palco con i costumi di scena. Qualche ragazza, forse l’interprete della santa, cammina tra gli spettatori indossando i serpenti come collane viventi e si fa fotografare con i suoi trofei, che poco dopo saranno lasciati liberi, inconsapevole di essere ancora parte di una rappresentazione tra il sacro e il profano che questa volta si svolge su un altro piano di narrazione: tra la folla dove non c’è un palco, non c’è una scenografia, non c’è staticità e soprattutto non c’è sipario.

Giovan Francesco D'Avanzarano (XV secolo)
Santa Cristina - particolare d'affresco




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BOLSENA
RAPPRESENTAZIONE DEI MISTERI DI SANTA CRISTINA
23 luglio-ore 22
P.zza S. Cristina: La Ruota // P.zza Matteotti: La Fornace// P.zza San Rocco: Le Carceri// P.zza San Giovanni: Il lago // P.zza Monaldeschi (Castello): I Demoni

24 luglio-ore 10
P.zza Monaldeschi (Castello):Il Battesimo// P.zza San Giovanni: I Serpenti // P.zza San Rocco: Il taglio della lingua // P.zza Matteotti: Le frecce // P.zza S. Cristina: La gloria


Il progrmma dei Misteri potrebbe subire variazioni