mercoledì 19 novembre 2014

I quattro elementi

Per immaginare come doveva essere il complesso vulcanico dei Monti Volsinii bisogna mettere insieme il fragore assordante che proviene dall’interno della terra, il calore estremo che sale in superficie, coni vulcanici che sbuffano vapore ed altri da cui fuoriesce un fiume di roccia fusa, gli odori pungenti e irrespirabili, la violenza forsennata delle colate piroclastiche. 

Non un unico vulcano come si potrebbe pensare, ma una serie di coni vulcanici, di cui il centrale era il più grande, che svelano le loro prime volontà con limitate emissioni di lava. Circa 600.000 anni fa l’attività vulcanica vera e propria si manifesta con tutta la sua potenza e violenza: eruzioni di cenere e lapilli, eruzioni di lava, bombe vulcaniche, colate di fango e colate piroclastiche, le più distruttive.

Telluricamente instabile perché situato in una zona di faglie tettoniche attive, il sistema vulcanico subisce una forza forse ancora più imponente che porta, circa 400.000 anni fa ad un mutamento di direzione: si forma una depressione vulcanico-tettonica, le pareti del cono centrale crollano aprendo uno sprofondamento di circa 270 Km2, la caldera centrale.

Nonostante ci sia un declino dell’attività vulcanica, ci sono altri coni ancora attivi e lì niente è cambiato: l’azione vulcanica si somma a quella tettonica e altri sprofondamenti si verificano ai margini con la formazione della caldera di Montefiascone e della piccola caldera di Latera.

E’ più o meno a questo punto che l’acqua inizia il suo ingresso in questo sistema di forze in continua trasformazione: molto calore arriva ancora in superficie, anche l’acqua è calda.
Ma  piove.
E l’acqua piovana alimenta le sorgenti, i rivoli scorrono dalle pareti del vulcano in quiete verso il fondo della caldera. Lentamente, molto lentamente la caldera si riempie d’acqua e un lago si forma nonostante due piccoli coni siano ancora attivi.

La natura del vulcano si fa sentire ancora con forza quando, con esplosioni e crolli, crea un altro cambiamento: dai resti dei due coni si formano due lingue di terra che, con il trascorrere lento del tempo, diventano isole.

Da tutto questo nasce il paesaggio attuale dei Monti Volsinii e del Lago di Bolsena: modellato in dolci colline dall’erosione dell’acqua e del vento, fertilizzato dagli elementi lasciati dal turbolento ribollire della terra.
E' in questo paesaggio che la presenza umana ha lasciato le sue numerose impronte fin dalla preistoria.

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