Per immaginare come doveva essere il complesso vulcanico dei
Monti Volsinii bisogna mettere insieme il fragore assordante che proviene
dall’interno della terra, il calore estremo che sale in superficie, coni
vulcanici che sbuffano vapore ed altri da cui fuoriesce un fiume di roccia
fusa, gli odori pungenti e irrespirabili, la violenza forsennata delle colate
piroclastiche.
Non un unico vulcano come si potrebbe pensare, ma una serie
di coni vulcanici, di cui il centrale era il più grande, che svelano le loro
prime volontà con limitate emissioni di lava. Circa 600.000 anni fa l’attività
vulcanica vera e propria si manifesta con tutta la sua potenza e violenza: eruzioni
di cenere e lapilli, eruzioni di lava, bombe vulcaniche, colate di fango e
colate piroclastiche, le più distruttive.
Telluricamente instabile perché situato in una zona di
faglie tettoniche attive, il sistema vulcanico subisce una forza forse ancora
più imponente che porta, circa 400.000 anni fa ad un mutamento di direzione: si
forma una depressione vulcanico-tettonica, le pareti del cono centrale crollano
aprendo uno sprofondamento di circa 270 Km2, la caldera centrale.
Nonostante ci sia un declino dell’attività vulcanica, ci
sono altri coni ancora attivi e lì niente è cambiato: l’azione vulcanica si
somma a quella tettonica e altri sprofondamenti si verificano ai margini con la
formazione della caldera di Montefiascone e della piccola caldera di Latera.
E’ più o meno a questo punto che l’acqua inizia il suo
ingresso in questo sistema di forze in continua trasformazione: molto
calore arriva ancora in superficie, anche l’acqua è calda.
Ma piove.
E l’acqua piovana alimenta le sorgenti, i rivoli scorrono
dalle pareti del vulcano in quiete verso il fondo della caldera. Lentamente,
molto lentamente la caldera si riempie d’acqua e un lago si forma nonostante
due piccoli coni siano ancora attivi.
La natura del vulcano si fa sentire ancora con forza quando,
con esplosioni e crolli, crea un altro cambiamento: dai resti dei due coni si formano
due lingue di terra che, con il trascorrere lento del tempo, diventano isole.
Da tutto questo nasce il paesaggio attuale dei Monti
Volsinii e del Lago di Bolsena: modellato in dolci colline dall’erosione
dell’acqua e del vento, fertilizzato dagli elementi lasciati dal turbolento
ribollire della terra.
E' in questo paesaggio che la presenza umana ha lasciato le sue numerose impronte fin dalla preistoria.
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