domenica 24 maggio 2015

Floralia, Bolsena e le Infiorate del Corpus Domini

Floralia
Bolsena - Processione del Corpus Domini 
La natura è rigogliosa e generosa nel regno di Floralia dove, fin dai tempi più remoti, petali di fiori profumati e foglie lucide erano lanciati al passaggio di una processione in onore di una divinità. Cadendo a terra,  fiori e foglie formavano un tappeto colorato che poteva essere calpestato dai sacerdoti che officiavano il culto, poi da coloro che a spalla trasportavano la statua del dio, ed infine dal corteo dei seguaci.
Nonostante molto tempo sia passato, nulla sembra essere cambiato a Floralia se non la prospettiva religiosa, tanto che alcune cerimonie si celebrano ancora  con le stesse usanze: un tappeto di fiori e foglie chiamato “infiorata” a coprire il manto stradale, una processione che passa, vescovo e sacerdoti che calpestano le composizioni floreali e gli addetti al trasporto, a spalla,  di una pietra sacra macchiata di rosso, rosso come il sangue di un prodigio.

Bolsena e le infiorate del Corpus Domini
A Bolsena, la città del miracolo eucaristico avvenuto nel 1263 a seguito del quale fu istituita la festività del Corpus Domini, le infiorate sono sempre state presenti fin dalla prima processione eucaristica, quando clero e popolazione provvedevano secondo proprie possibilità e disponibilità. 
La processione e le infiorate assumono le caratteristiche attuali solo nel 1811.
All’epoca il paese era occupato dalle truppe francesi che avrebbero voluto entrare in città: l’accesso fu negato e restare accampati allo scoperto, fuori le mura, fu cosa poco gradita ai soldati che sfidarono  le autorità locali minacciando la distruzione dell’intera  Chiesa di Santa Cristina, simbolo massimo della religiosità di Bolsena.
Naturalmente i bolsenesi si prepararono allo scontro, ma l’intervento provvidenziale di P.Francesco Cozza  fu risolutivo per placare gli animi bellicosi. Fu deciso che quell’anno l’infiorata del Corpus Domini sarebbe stata realizzata “su un percorso ricoperto completamente di fiori e con enorme concorso di popolo” e che una delle “Sacre Pietre” dell’altare in cui avvenne il  miracolo eucaristico sarebbe stata portata in processione per le vie dell’intero paese, senza aspettare il regolare permesso del vescovo.
A dispetto delle ire di quest’ultimo, fu un successo su tutti i fronti: i francesi assistettero alla cerimonia vedendo sfilare un corteo lungo un percorso di tre chilometri con la popolazione impegnata per giorni in un atto di pura devozione.

Infioratori devoti
Sono colti da una specie di follia creativa collettiva gli Infioratori che almeno due mesi prima della Festa del Corpus Domini segnata sul calendario, iniziano a sviluppare il soggetto del quadro di fiori da realizzare: prima il bozzetto, poi la tipografia che lo sviluppa a grandezza reale, quindi la scelta dei fiori in base ai colori.
Fiori, il problema degli ultimi anni: a seconda della data in cui cade la festa, si rischia di non trovare le infiorescenze giuste, troppo presto o troppo tardi per alcune varietà. Complice la comodità di un ordine da un vivaista-grossista si tampona il problema della scarsità di fiori, ma non lo si risolve. Per mantenere viva la tradizione e proseguire l’opera devozionale, sarebbe necessario considerare tutti i gruppi che si sono formati col tempo, territoriali quanto basta per realizzare un tratto di infiorata, come un’unica grande istituzione da proteggere per tutelare l’intera tradizione dell’infiorata.

Così gli Infioratori arrivano al giorno della festa già un po’affaticati da riunioni in cui il conto dei fiori ordinati non torna, dopo essere andati "a fare i fiori" cercandoli anche nelle campagne vicine e perfino in montagna, dopo aver passato giorni a “sfiorare” prima le foglie (una per una sono separate dal ramo) poi i fiori (uno per uno i petali sono tolti dallo stelo) dividendoli per tipo, per colore, perfino per sfumature, in scatoloni che vengono conservati al fresco.
Il giorno del Corpus Domini si inizia la mattina con lo stendere il disegno sulla strada, cominciando subito a realizzare bordi e contorni,  per poi passare alla disposizione di fiori e foglie, integrati con semi  e spighe secondo necessità di composizione.
Si va avanti così dal mattino al pomeriggio, ininterrottamente, sotto il sole cocente,  sull’asfalto e sulle pietre, in strade larghe o strette, in salita o in discesa, sporcandosi mani-piedi-vestiti, faticando e sudando, consapevoli che tutto il lavoro svolto verrà dissolto in pochi attimi dal passaggio della processione che calpesterà quel tappeto colorato e profumato costato  tanto impegno, tanta fatica e un’infinita pazienza.

Infiorata 2010 - Particolare (Associazione Opera dei Fiori)
Bolsena 
 Città del Miracolo Eucaristico
Festività del Corpus Domini  
Infiorate dalla mattina al pomeriggio
Processione ore 18:00
Percorso della processione 
Basilica di Santa Cristina- Via Porta Romana- Via IV Novembre- Via Cassia- Piazza Matteotti- Via Orvietana- Chiesa SS.Salvatore- Via degli Adami- Via de’ Medici-Via F.Cozza- Via Porta Fiorentina- Piazza San Rocco- Corso Cavour- Piazza Matteotti- Corso della Repubblica- Basilica di Santa Cristina 


                                                               ©tutti i diritti riservati

domenica 3 maggio 2015

Collezioni private

Il più grande lago vulcanico d’Europa, quasi circolare,  profondo 151 metri, di un intenso colore blu, ma mutevole d’umore; un lago che ha le sèsse, i bròntidi, sorgenti termali e minerali; un lago così si è preso il lusso di creare, dai resti di piccoli coni vulcanici, due isole che parlano una lingua particolare: in qualsiasi modo voi le vediate, non aspettatevi la perfezione formale. Qui siamo persi in terra vulcanica. 

L’isola Bisentina è un gioiello naturalistico, storico e artistico che si trova nelle limpide acque del Lago di Bolsena. E’ un’isola che alterna zone boscose a zone pianeggianti, dove è stato possibile fin dall’antichità coltivare la terra per provvedere al sostentamento delle piccole comunità che lì si erano stabilite.
Nel Medio Evo, l’isola fu annessa al Patrimonio di San Pietro in Tuscia per volere di papa Urbano IV che proprio qui creò quel tristemente famoso carcere a vita per ecclesiastici eretici conosciuto come “la malta” dell’isola Bisentina.
Durante il Rinascimento, l’isola divenne possedimento della nobile casata dei Farnese che ne fece una sede papale estiva, luogo ameno per ospiti d’eccezione come i papi di Roma e la loro corte.
Nel corso del XV e XVI secolo sull’isola Bisentina furono costruiti un convento, un chiostro, sette oratori e una grande chiesa dedicata ai SS. Giacomo e Cristoforo, realizzata su progetto del Vignola. Ad Antonio da Sangallo il Giovane sono invece attribuiti il chiostro e l’Oratorio di Santa Caterina. Pregevoli sono gli affreschi della Quattrocentesca Cappella della Crocefissione, attribuiti Benozzo Gozzoli ed alla sua scuola.
L’isola è di proprietà privata ed attualmente non è aperta pubblico.


L’isola Martana si trova a poco più di 2 Km. dal piccolo paese di Marta, da cui prende il nome. La sua forma a mezza luna ne mostra anche i suoi aspetti più contrastanti: quello di scoglio tufaceo piuttosto arido con pareti a strapiombo sul lago e quello più gentile formato da una piccola pianura ricoperta di vegetazione, dove sorge un giardino e una villetta dei primi anni del 1900.
Quest’isola è legata al nome di Amalasunta, regina dei Goti. Allontanata dalla corte di Ravenna, fu rinchiusa nell’alta torre dell’isola Martana e qui strangolata per volere del cugino Teodato, che così si impossessò del regno. Si dice anche che proprio su quest’isola Teodato nascose il suo immenso tesoro, che però nessuno ha ancora trovato.
In epoche antecedenti, anche un’altra figura femminile fu qui relegata: la giovane Cristina, santa martire e patrona di Bolsena. Dopo la sua morte, le reliquie furono traslate in quest’isola per preservarle dalle razzie dei barbari. E sempre nel Medio Evo, l’isola Martana divenne un piccolo borgo abitato da contadini e pescatori tanto da avere un proprio sigillo, la cui impronta è conservata nella Collezione Sforza di Firenze. Il sigillo recava la scritta “Sigillum Comuni Insula Martana”.
L’isola Martana è attualmente proprietà privata non aperta al pubblico.

Nonostante entrambe le isole non siano accessibili, un mini-tour in battello con le locali compagnie di navigazione, costeggiando il perimetro insulare, vale quanto una visita al loro interno.

                                                           ©tutti i diritti riservati