domenica 3 maggio 2015

Collezioni private

Il più grande lago vulcanico d’Europa, quasi circolare,  profondo 151 metri, di un intenso colore blu, ma mutevole d’umore; un lago che ha le sèsse, i bròntidi, sorgenti termali e minerali; un lago così si è preso il lusso di creare, dai resti di piccoli coni vulcanici, due isole che parlano una lingua particolare: in qualsiasi modo voi le vediate, non aspettatevi la perfezione formale. Qui siamo persi in terra vulcanica. 

L’isola Bisentina è un gioiello naturalistico, storico e artistico che si trova nelle limpide acque del Lago di Bolsena. E’ un’isola che alterna zone boscose a zone pianeggianti, dove è stato possibile fin dall’antichità coltivare la terra per provvedere al sostentamento delle piccole comunità che lì si erano stabilite.
Nel Medio Evo, l’isola fu annessa al Patrimonio di San Pietro in Tuscia per volere di papa Urbano IV che proprio qui creò quel tristemente famoso carcere a vita per ecclesiastici eretici conosciuto come “la malta” dell’isola Bisentina.
Durante il Rinascimento, l’isola divenne possedimento della nobile casata dei Farnese che ne fece una sede papale estiva, luogo ameno per ospiti d’eccezione come i papi di Roma e la loro corte.
Nel corso del XV e XVI secolo sull’isola Bisentina furono costruiti un convento, un chiostro, sette oratori e una grande chiesa dedicata ai SS. Giacomo e Cristoforo, realizzata su progetto del Vignola. Ad Antonio da Sangallo il Giovane sono invece attribuiti il chiostro e l’Oratorio di Santa Caterina. Pregevoli sono gli affreschi della Quattrocentesca Cappella della Crocefissione, attribuiti Benozzo Gozzoli ed alla sua scuola.
L’isola è di proprietà privata ed attualmente non è aperta pubblico.


L’isola Martana si trova a poco più di 2 Km. dal piccolo paese di Marta, da cui prende il nome. La sua forma a mezza luna ne mostra anche i suoi aspetti più contrastanti: quello di scoglio tufaceo piuttosto arido con pareti a strapiombo sul lago e quello più gentile formato da una piccola pianura ricoperta di vegetazione, dove sorge un giardino e una villetta dei primi anni del 1900.
Quest’isola è legata al nome di Amalasunta, regina dei Goti. Allontanata dalla corte di Ravenna, fu rinchiusa nell’alta torre dell’isola Martana e qui strangolata per volere del cugino Teodato, che così si impossessò del regno. Si dice anche che proprio su quest’isola Teodato nascose il suo immenso tesoro, che però nessuno ha ancora trovato.
In epoche antecedenti, anche un’altra figura femminile fu qui relegata: la giovane Cristina, santa martire e patrona di Bolsena. Dopo la sua morte, le reliquie furono traslate in quest’isola per preservarle dalle razzie dei barbari. E sempre nel Medio Evo, l’isola Martana divenne un piccolo borgo abitato da contadini e pescatori tanto da avere un proprio sigillo, la cui impronta è conservata nella Collezione Sforza di Firenze. Il sigillo recava la scritta “Sigillum Comuni Insula Martana”.
L’isola Martana è attualmente proprietà privata non aperta al pubblico.

Nonostante entrambe le isole non siano accessibili, un mini-tour in battello con le locali compagnie di navigazione, costeggiando il perimetro insulare, vale quanto una visita al loro interno.

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